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Architettura a stomaco pieno

Questo piccolo viaggio nei posti dove si celebra un felice matrimonio tra cucina ed architettura prosegue a L'Orto ad Empoli. Sarò subito onesto: sono convinto che l'incanto che possa creare madre natura con un semplice albero, una pianta o un fiore difficilmente può essere raggiunto da una costruzione umana. Di qui la tendenza ad innamorarmi dei posti dove l'intervento dell'uomo altera il meno possibile l'armonia della natura. Nel caso dell'Orto più che di innamoramento posso parlare di passione travolgente. In questo caso il costruito scompare dentro questo piccolo angolo di paradiso terrestre. La prima impressione quando si arriva è quella di essere entrati in un vivaio. Più che un caffè ti viene voglia di ordinare un Prunus o un geranio. Ogni cosa è ricercata e crea un ambiente difficilmente inquadrabile con uno stile archetipico. Trovo perfetta la definizione che i proprietari riportano nel sito definendo il proprio locale "....un posto dove si potesse respirare “sapore di vacanza”....". La prima volta che sono entrato ho avuto la sensazione di trovarmi nel quartiere latino di Parigi tra Saint-Germain-des-Prés e i Giardini del Lussemburgo. Le scritte in ferro battuto, gli arredi e le decorazioni sembrano rubate da una delle edicole d'ingresso delle stazioni della metropolitana di Parigi progettate da Hector Guimard. La cucina è di straordinario livello, con piatti della tradizione toscana, molti a base di verdure, ortaggi e legumi uniti con carne. Ogni mia visita termina con una tarte tatin, un sapore che lego indissolubilmente a questo posto, alle risate con il mio amico Valerio ed alla sottile ironia del pediatra Francesco.

RISTORANTE L'ORTO V. Roma 18 Empoli (FI)


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